recensioni

Robbie Williams

Live Summer 2003
Quando un artista raduna, in tre serate consecutive, 375.000 spettatori paganti ai suoi concerti, si può affermare, senza paura di smentite, che ha raggiunto il successo. Il grande successo. Robbie Williams arriva al disco dal vivo forte di questi numeri e con una carica da far spavento. Nel cd si susseguono quattordici brani che spaziano su tutta la carriera dell’ex Take That, fino ad arrivare alla cover di “We Will Rock You” dei Queen. Chiudono due classici come “Feel” e “Angels” da lacrime agli occhi. Un disco live da apocalisse, alla faccia dei puristi del rock e di chi ascolta tutto quello che non entra il classifica. “Good evening everybody, my name is Robbie Williams and this is my band”.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Sciocchi Balocchi

Italian Boy EP
Un poker di canzoni sono il biglietto da visita dei fiorentini Sciocchi Balocchi, un ensemble che ha fatto del credo pop rock la sua ragione di vita. Anzi, a dire il vero, i cinque musicisti amano definire il proprio sound come “rock balocco” e ci tengono a sottolineare che non sono avvicinabili al “demenziale”, pur riuscendo a coinvolgere il pubblico sia su disco sia dal vivo con simpatia e verve. I testi, ovviamente in italiano, raccontano di scuse, cambiamenti, colpe e viaggi in “mondi” diversi, con una naturalezza assai spiccata. Il suono invece si rifà agli anni ottanta, quando il pop imperava incontrastato nelle classifiche di tutto il mondo. Da ascoltare per passare qualche minuto in compagnia di cinque buontemponi dalla melodia nel sangue.

Formato: minicd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

SPIROGI CIRCUS

Ognuno scelga da che parte stare
Gli Spirogi Circus sono tornati. Sono tornati con cinque pezzi che fin dal titolo chiedono e pretendono di schierarsi da una parte o dall’altra. Gli Spirogi non ammettono mezze scelte, lo si capisce fin dal primo brano in scaletta, il rifacimento di un pezzo di Rino Gaetano “I Tuoi Occhi Sono Pieni Di Sale”, per poi proseguire con la bella “Il Desiderio Di Schierarsi”. Da segnalare la partecipazione di Marino Severini (Gang) alla voce e di Sandro Severini alla chitarra in “Paz”. A chiusura una nuova versione di “In Generale”, canzone che dava il titolo al precedente minicd della band. Moreno & C. sono cresciuti, il loro spessore compositivo nei testi e l’asciutta musica che accompagna le parole, dimostra la giusta strada intrapresa. Però una domanda mi frulla in testa”: “Chi ha avuto l’idea di chiamare un flautista in “Il Desiderio Di Schierarsi”?”. Scelta geniale e perfetta. Moreno come Rino, gli Spirogi come i Gang. Si può chiedere di più?

Formato: miniCD


(Pubblicato il: 28/11/2013)

STARSAILOR

Silence is easy
Tornano gli Starsailor con il secondo album, forti dell’ottimo riscontro ottenuto con un debutto che faceva ben sperare per un proseguo di carriera pieno di belle canzoni e soddisfazioni artistiche. “Silence Is Easy” non delude le aspettative, anzi riesce ad andare oltre i limiti del buon esordio, con undici canzoni che sembrano uscite da un particolare stato di grazia compositiva. Il primo singolo estratto dall’album, che regala anche il titolo al disco, è un esercizio di pop sublime che ci fa rimpiangere i tanti denari gettati al vento alla continua ricerca del disco di “brit pop” perfetto. Nomi scomparsi al primo venticello. Gli Starsailor, invece, rafforzano la propria credibilità al secondo lavoro sulla lunga distanza con delicati arrangiamenti, ed un cantato che si rifiuta categoricamente di urlare. Ascoltate “Telling Them”, “Bring My Love” o “Fidelity”, lasciatevi cullare ed immaginate di vivere in un mondo fatto di pace ed armonia. Quando sarete pieni d’amore, basterà aprire la finestra o qualsiasi quotidiano, per ritornare alla dura e crudele realtà. Magici Starsailor.

Formato: CD


(Pubblicato il: 28/11/2013)

SKIANTOS

Monotono
Partiamo dal fatto che la mia copia in vinile giallo è gelosamente custodita sotto vetro. Proseguiamo col dire che finalmente qualcuno si è deciso a ripubblicare in forma di cd questo caposaldo del rock italiano. Dimenticatevi, se possedete, la vecchia edizione (ormai fuori catalogo) di “Mono Tono” in cd, perché gli inediti qui inseriti e la sezione multimediale fanno sembrare inutile quel compact disc di alcuni anni addietro. Infatti alla fine di “Ehi, Ehi Ma Che Piedi Che C’Hai” si possono ascoltare i due brani di un mitico singolo (“Karabigniere Blues/Io Sono Un Autonomo”) e tre inediti datati 1978 (“Fate Skifo”, “Skarrafato” e “Diretto Frontale”), mentre nella sezione cd-rom (piena zeppa di foto e materiale d’epoca) il brano “Ricordistorti” è stato scritto appositamente per l’occasione. Gli Skiantos pubblicarono tre album epocali e “Mono Tono” è uno di questi. Non fatevelo scappare. Nel 2003 questo disco è ancora tremendamente attuale. Come dire che gli Skiantos erano avanti di oltre vent’anni. Quale altra band nostrana può dire di esserlo stata?

Formato: CD


(Pubblicato il: 28/11/2013)

The Human League

The very best of
L’occhio di Phil (credo) ci guarda dalla copertina di “The Very Best Of”, un doppio cd con tutti, ma proprio tutti, gli hit degli Human League. Diciassette brani rimasterizzati che ci fanno volare indietro nel tempo, quando l’electro pop inglese era ai vertici delle classifiche di mezzo mondo e gli Human League ci “tormentavano” con “Don’t You Want Me”, canzone entrata di diritto negli evergreen musicali del pianeta Terra. Se tutto ciò non vi sembra sufficiente per spronarvi all’acquisto, sappiate che nel secondo cd trovano posto undici remix, che da soli valgono i soldi di questo doppio. Consigliato a chi crede che gli Human League siano stati solo un brano di successo, ma anche a tutti coloro che hanno amato il gruppo anglosassone fino a “Being Boiled”, “Empire State Human” e “The Sound Of Crowd”, naturalmente presenti nel best, a ricordare che la musica pop elettronica aveva un nome su tutti: quello degli HUMAN LEAGUE.

Formato: 2 cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

PAY

The Very Best Of The Rarities Of The Origins Of Th
I P.A.Y. (Potevate Anche Ynvitarci) sono una band godibilissima che da alcuni anni allieta gli ascolti di appassionati con orecchie ed animo aperto a sonorità punk rock, mischiate ad un pop da classifica e testi rigorosamente in italiano. Il gruppo si diverte e diverte sia su disco sia dal vivo ed ora giunge ad un best che però è costruito sul canovaccio dei P.A.Y., ovvero, quattro brani nuovi di zecca, quattro cover superlative e cinque hit tra quelle più richieste ai live del gruppo. Da segnalare la pay version di “Lamette” (Rettore) e “R’n’R All Nite” (Kiss), la presenza di Fatur in “Autoscatto Dell’Ammore”, la tirata “Come Una Bomba” e le due tracce video presenti nel cd. I P.A.Y. sono ormai pronti per il grande salto, quello del successo, dei dischi in classifica, delle macchine con autista, delle groupie, delle strisce lunghe chilometri di polverina bianca, delle apparizioni televisive, delle interviste radiofoniche, delle recensioni sui quotidiani che contano. I P.A.Y. non scherzano, ammirate nel libretto del cd quanti personaggi famosi hanno avuto a che fare con la band e capirete cosa significa sfiorare il successo e non raggiungerlo ancora.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Compagnia d'arte Drummatica

Oufti
Tre album e tre percorsi lungo il mondo delle percussioni, degli strumenti più disparati, dell’utilizzo anomalo di note, ritmi e movimenti. La Compagnia D’Arte Drummatica è nata nel 1994 per volere di Mario Martignoni ed oggi si è assestata nella forma di quintetto. Suonano strumenti chiamati be-molle, barattolofono e pallottoli, oltre a viti, chiavi, gusci di noci, foglie, ruote di bicicletta, palle da tennis o da ping pong, vassoi di metallo e vasi da fiori. La Compagnia porta avanti da sempre una ricerca profonda e minuziosa, e sono decisamente affascinati dalle culture più disparate. “Oufti” non è per tutti, è un disco difficile, impegnato, contorto, etnico, colto, singolare ed allucinato. I Negativaland incontro i Palazzi Che Crollano, mentre i Can ridono soddisfatti e guardano i Soft Machine in cartolina.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

C-Loud

Funky Town
Una volta, ma neanche tanto tempo fa volendo essere pignoli, c’era un gruppo a Bologna che amava scioccare il pubblico con prese di posizione estreme. Si chiamavano Disciplinata ed hanno lasciato alcune testimonianze discografiche rimaste nei cuori d'attenti ascoltatori peninsulari. Oggi il cantante dei Disciplinata si “nasconde” dietro ad un nuovo progetto chiamato C-Loud, che ha esordito con un cd singolo tra dance e punk rock. Per il debutto è stato scelto un pezzo “disco” leggendario come “Funky Town” (presente in due versioni), che è stato abilmente rivisitato. Completa la tracklist “Confusing”, brano dei C-Loud che rimane in tema con la title-track. Da segnalare che Cristiano Santini figura nelle vesti di produttore artistico, arrangiatore e chitarra, mentre alla voce c’è Lory Larsen. Il gruppo è infine composto da Alberto Cavriani (tastiere), autore di “Confusing”. Una lametta che taglia una mirror ball campeggia in copertina, forse a testimoniare che anche nei C-Loud è rimasta quella vena provocatoria che fece dei Disciplinata un gruppo al di sopra delle parti.

Formato: cds


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Claudio Rocchetti

The work called Kitano
Rocchetti proviene dalla scena hard-core peninsulare ed oggi ascoltarlo in “The Work Called Kitano” fa un certo effetto. Forse a pensarci bene questo nuovo percorso artistico è la logica conseguenza di un passato fatto di musica tirata e “violenta”, forse. Claudio si è infatti lasciato cadere come un peso morto nella sperimentazione più pura, dove rumori e note sono tenute sullo stesso piano d’importanza. Ticchettii e musiche lontane si accavallano, si scontrano, si sommano e si disgregano brano dopo brano, lungo un percorso che richiede un ascolto molto molto attento. Un disco da mal di testa o da fuori di testa.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

The Valentines

No Time Generation
Non credevo alla mie orecchie quando “Hands Off The Barmaid” ha iniziato ad uscire dalle casse del mio stereo. Infatti stavo per ascoltare un disco “italiano” e così ho portato il volume quasi al massimo. E’ inutile nasconderlo, i dischi nostrani suonano male, sembra infatti che i musicisti autoctoni registrino dentro stanzette anguste e prive di acustica, quindi bisogna prepararsi con volumi che tendono al massimo. Invece appena le prime note di “No Time Generation” sono uscite dalle casse sono stato sbattuto contro una parete e a fatica sono riuscito a risalire la corrente della musica, per riuscire ad abbassare il volume. Ancora stordito ho continuato ad immergermi nel debutto dei Valentines, un sano disco di punk rock senza tanti fronzoli che arriva al cuore di un genere diventato nel tempo una parodia di sé stesso. Dieci brani per 32 minuti di durata e subito ho pensato al debutto dei Circle Jerks e ai singoli che non superano i treminutitre, poi la cover di “We Are The One” degli Avengers mi ha riportato al presente ed ho potuto fare uno scherzo ad un amico: “Non hai ancora ascoltato i Valentines? Devi tenere il volume oltre il massimo, questo cd non suona neanche a spingerlo. Poi mi sai dire”. Ho riattaccato e sono partito per le vacanze staccando la segreteria. Chissà se i suoi woofer hanno resistito. Non credo...

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Jane's Addiction

Strays
Grandissimo ritorno. Sono di nuovo tra noi i numi tutelari dell’indie (?) rock americano: i Jane’s Addiction. Sono di nuovo tra noi con una formazione quasi originale che vede Perry Farrell alla voce e Dave Navarro alla chitarra. Come dire la coppia che negli anni novanta ha scritto le pagine più importanti del rock a stelle e strisce. Chi pensava al solito ritorno dettato da nostalgia e crisi creativa, dovrà ricredersi. “Strays” è un candelotto di dinamite in mano a quattro personaggi mentalmente instabili. Munitevi di una cuffia, perché per ascoltare “Strays” non si può scendere sotto il livello nove del vostro impianto stereo e perché perderete qualche chilo in un pogo sfrenato. L’inconfondibile voce di Perry vi farà compagnia, mentre la sei corde di Dave disegnerà allucinati paesaggi sonori che lasciano una impronta unica sul sound del gruppo. Ricordo ancora, come fosse ieri, la bellezza di “Ritual De Habitual” e la puntina del mio giradischi che si consumò ascolto dopo ascolto. Oggi dal lettore cd ha cominciato ad uscire un leggero filo di fumo, segno evidente che al centesimo passaggio è forse il caso di lasciare riposare la tecnologia a raggio laser. “I Jane’s Addiction non hanno più niente da dire”, ha ringhiato chi ama bagnarsi la lingua. Invece i Jane’s Addiction non hanno perso un briciolo di cattiveria. Lo speravo, ma non me lo aspettavo.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Iron Maiden

Dance of Death
Avevo letto tante recensioni prima di ascoltare questo disco e tutte mettevano in luce il fatto che gli Iron Maiden avessero pubblicato un disco storico come fu “The Number Of The Beast”. “Sarà”, ho pensato tra me e me, ma riuscire in una missione impossibile non è tanto semplice e non tutti sono Tom Cruise. Così con una leggera sfiducia mi sono messo comodo, appeso a testa in giù al soffitto ed ho pigiato il tasto “play” del cd-comando. Sorpresa delle sorprese, la Vergine di Ferro è tornata ai fasti di un passato glorioso. I riff si susseguono in un crescendo senza pari, la voce di Bruce Dickinson accarezza le asperità della musica come non faceva da tempo ed il basso di Steve Harris sostiene l’irruenza dei suoi compagni d’avventura. Non manca neppure l’intro strappacuore di “No More Lies”, che si trasforma in una carica di cavalleria senza superstiti. “Il metallo non muore mai”, mi diceva un amico negoziante ed io lo guardavo con sufficienza, poi mi capita di leggere la classifica di vendita italiana e gli Iron Maiden sono al primo posto. Alzo gli occhi ed incrocio un ragazzino con la T-shirt del gruppo inglese, mi giro di spalle ed un altro lo saluta con le dita aperte a “M”. Aiuto sono circondato...

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Y:DK

Labiale
Seconda prova solista per Y:DK, voce dei Technogod e affermato dj nelle italiche notti di trasgressione elettronica. Seconda prova che mette in luce un aspetto malinconico (“Hombretta (Contuso E Felice)”) di questo chansonnier del duemila, che non si nasconde dietro ad un dito, ma mette in piazza umori e certezze, problemi e soluzioni. Seconda prova intrisa di tristezza (“Wish”), di struggente passione (“Falena”) ed etno elettronica (“Fuera De La Piel”). Un disco pacato nei modi e nei suoni, un disco che si muove tra sonorità disparate, ma sempre con un preciso obiettivo: fare della musica una ragione di vita e lanciare messaggi. Y:DK si trova a suo agio in un mondo fatto di circonferenze e circolarità, come si presume dalla copertina, però fate attenzione, dietro l’angolo (sotto il cd), si possono trovare visioni buie e sinistre. “Labiale” è un viaggio in italiano ed inglese (le due lingue di Y:DK) tra le pieghe dell’animo. Pieghe arrotondate o a spigolo vivo. Pieghe che fanno male o sfiorano la pelle. Pieghe cattive e pieghe buone. Ma le pieghe possono essere buone?

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Ronin

Ronin
Debutto discografico per i Ronin, un supergruppo che raccoglie il meglio della scena avant-garde italiana, con un “capo” supremo che risponde al nome di Bruno Dorella (ex Wolfango) ed oggi titolare dell’etichetta Bar La Muerte. Debutto con una manciata di canzoni strumentali a cavallo tra western (“Ronin Theme”) e malinconia (“Nada”). Piccole (per la durata) miniature curate con attenzione certosina, dove ogni nota è posizionata con raziocinio e competenza estrema. I Ronin sono del tutto alieni al mercato tradizionale, umanoidi dalle capacità sovraumane. Non aspettatevi un disco inascoltabile, i Ronin sono uno dei volti più accessibili della musica contemporanea. Ottima occasione per avvicinarsi ad un genere ed ad un gruppo. Consigliato inoltre agli amanti del suono della fisarmonica.

Formato: minicd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

La Sezione

Fuori dal Cerchio
Un nuovo gruppo si è affacciato alla ribalta della musica indipendente italiana. Si chiama La Sezione ed arriva da Rimini. La band è nata nel 1998 dalle ceneri dei Bad Eggs, ma è nel ’99, con l’arrivo di Giusi Del Vecchio alla voce, che il combo inizia a focalizzare un proprio sound in bilico tra canzone d’autore e folk rock. Una particolare vena creativa ha subito dato i suoi frutti portando La Sezione a scrivere un nutrito numero di canzoni, alcune delle quali figurano nel debutto discografico da poco pubblicato. Il sound nel frattempo, con l’inserimento di Mirco Farina (percussioni), ha sterzato verso sonorità più mediterranee, portando la band nel 2003 ad aprire alcuni concerti italiani di Victoria Williams. Ritornando al debutto su cd bisogna segnalare la presenza dell’amico Cisco dei Modena City Ramblers e quello di Franco Caforio, batterista dei Litfiba ed oggi con Piero Pelù, che hanno dato il loro contributo ad un cd che esprime una forte carica emotiva. La Sezione sembra decisamente a suo agio nei testi e nelle musiche scritte da Roberto Zamagna (chitarra e voce) e negli undici episodi di “Fuori Dal Cerchio” l’ascoltatore si può far cullare da testi impegnati e suoni sempre precisi e puntuali. Non ci sono sbavature da segnalare, suoni limpidi e voci cristalline (un po’ ruspante quella di Roberto), caratterizzano un buon debutto. Blues, folk e rock sono le coordinate de La Sezione, che sulla copertina ha applicato un adesivo con il simbolo della pace. Da sostenere anche solo per questa scelta. Per contatti: 347.60.21.058.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Kraftwerk

Tour de France Soundtracks
Chissà perché i teutonici Kraftwerk amano così tanto il Tour De France, antitesi della loro musica priva di sudore e movimenti muscolari. I Kraftwerk ci erano già “caduti” in passato ed oggi ritornano a raccontare le scalate in bicicletta, i traguardi lontani centinaia di chilometri, le prove a cronometro, le vitamine per ritemprare il fisico, gli elettro cardiogrammi per mantenere sotto controllo ciclisti affaticati e allo stremo delle forze. Raccontano la forza di volontà di chi spingendo sui pedali sembra essere un marziano lanciato a folle velocità per discese e pendii. Musica elettronica distillata e purissima. L’electro sound non è un genere per tutti, anche se i Kraftwerk hanno saputo piegarlo alle melodie di massa. La musica elettronica sembra una forma ibrida di emozioni fatte con gelide macchine prive d’anima. Invece basta ascoltare “Tour De France Soundtracks” e farsi incantare dai freddi soffi elettronici, dai sintetizzatori che non ammettono errori, dai programmi che mettono in fila suoni, armonie e voci filtrate, per capire quanta passione si cela dietro ad anonime sigle di macchinari tecnologici. I Kraftwerk sono i padroni delle ferriere, ancora oggi, e lo saranno ancora domani.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Temple of Venus

Endless?
I Temple Of Venus esistono da svariati anni, ma hanno in carniere solo tre produzioni (compresa quest’ultima). Tre dischi che rappresentano un percorso sempre più maturo e circostanziato. Un percorso fatto di musica dark e penombre. Un percorso che attinge dai mai dimenticati Joy Division, ma anche dalla loro successiva filiazione, i New Order. I Temple Of Venus non sfigurano affatto se paragonati ai nomi che imperversano attualmente nel mondo “gotico”, anzi riescono a coinvolgere l’ascoltatore in svariati momenti di “Endless?”. Pochi giochi di luce e tanto buio avvolgono i quattordici brani del cd. Inutile segnalare un brano rispetto ad un altro. I Temple Of Venus sono da ascoltare. Lode alla loro perseveranza e coerenza artistica in tutti questi anni di attività. (www.templeofvenus.it)

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Nihil Project

Paria
“I Nihil Project vivono nel mondo, ma non sono nel mondo”, leggo dalle note allegate a questa fatica discografica e rimango interdetto. Continuo la lettura mentre gli otto minuti e ventisette secondi de “La Realtà E’ La Mia Illusione” continuano a sciorinare note e parole. Leggo ed apprendo che la band è un collettivo aperto dedicato alla ricerca ed alla sperimentazione con un obiettivo ben preciso: la critica della società dell’utilitarismo e del materialismo a favore della riscoperta della dimensione sacra e spirituale dell’esistenza umana. Intanto la musica prosegue e l’avantgarde dei Nihil Project prende le pieghe più disparate, tra futurismo sonoro, free jazz, manifesti programmatici e paganesimo. Vedo nei nomi coinvolti Claudio Rocchi e Mino Di Martino, a garanzia di una qualità eccelsa e cerco di leggere il titolo del quarto brano in scaletta, impossibile. Termino l’ascolto e mi sento prosciugato, cosa che mi capita raramente. Tra India ed Europa, tra spiritualità e materialismo, tra l’oggi ed il domani. Un disco “difficile” ma estremamente coinvolgente. Per info: ello80@supereva.it, janez@libero.it.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

One Good Round

In toast we trust
A volte capita che incontri per strada un ragazzo che ti avvicina e ti lascia un cd in mano. Altre volte capita che un tuo amico, di quasi infanzia, ti inviti ad un concerto, trovandoti sul palco il gruppo di cui qualche giorno prima un giovane ti aveva lasciato una copia tra le dita. Casi della vita. Coincidenze. Gli One Good Round sono una ska punk rock’n’ roll band emiliana che ha esordito sulla lunga distanza grazie ad una delle etichette nostrane più attive e valide: la Vacation House, a garanzia di una qualità che anche questo debutto possiede lungo la sua scaletta di tredici brani. Sia chiaro, il combo non inventa nulla di nuovo, ma riesce a districarsi bene attraverso un genere usato ed abusato con dignità e passione. Personalmente non supererei i tre minuti di durata dei brani, proprio perché lo ska-core, punk rock ha nella velocità una delle sue armi migliori, mentre dal vivo l’ensemble deve crescere ancora un pochino, pur risultando godibile e trascinante. Ma questo a voi poco importa, a meno che non abbiate organizzato un concerto nel vostro salotto di casa. Da ascoltare anche quando (“My Blackside”) l’ottetto cerca soluzioni più pacate e meno frizzanti.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Motorama

No bass fidelity
Le Motorama arrivano da Roma e sono un trio super incazzato. Ricordano il movimento delle riot girls anni novanta, anche se ad un primo ascolto risultano più arrabbiate e meno grunge di Bikini Kill e company. “No Bass Fidelity” è un tornado di punk rock grezzo ed acido. Rock’n’Roll malato di ipertensione, registrato live in studio con la supervisione di Bugo. Tutti elementi che hanno contribuito alla realizzazione di un piccolo capolavoro. Musica sudicia per palati ruvidi. Titoli emblematici (“77”, “Nag”, “Wild Girl”, “Teenage Stomp”) per fanatici rocker. Le Motorama sono signorine che maneggiano chitarre, microfoni e batterie con la stessa disinvoltura di maschietti palestrati o super macho. Solo cinquecento copie sono state stampate, quindi da acquistare ora o mai più.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)